Prototipi

Esemplare unico, prototipo, dream car, infine concept car. Tanti termini sono stati usati nel tempo per definire la realizzazione di un'idea, di un sogno, del futuro.
In passato i Carrozzieri italiani sono stati i maestri dell'innovazione stilistica.
Gli esemplari unici da loro realizzati per facoltosi clienti o per tracciare nuove tendenze destano stupore ancora oggi. Maserati Alfieri concept
Con l’espressione inglese concept car, oggi si suole identificare una vettura prototipo destinata a prefigurare le linee guida stilistiche o tecnico/tecnologiche di una Casa automobilistica e ad anticipare quindi gli stilemi tecnici e stilistici della propria produzione automobilistica futura.
A volte le concept car sono realizzate senza tenere conto dei vincoli imposti dagli standard produttivi tanto che molto difficilmente esse vengono messe in produzione senza modifiche sostanziali. Per questo, spesso i prototipi sono spesso destinati a restare un puro esercizio tecnico e stilistico. 
Il loro ruolo è comunque fondamentale perché l'esposizione nei saloni di vetture prototipo consente al costruttore, mediante le reazioni del pubblico e della stampa specializzata, di valutare quanto le soluzioni proposte potranno essere gradite.

Grazie alla sua lunga storia, Maserati ha realizzato vetture che rispondono a tutti i termini inizialmente detti: esemplari unici o prodotti in serie limitatissima costruiti fin dagli anni '30 oggi oggetto del più alto collezionismo, dream car simbolo della rivoluzione degli anni '60 e '70 e concept car destinate ad indicare possibili nuove ma realistiche tendenze.

Buran è il prototipo che la Italdesign dedica alla Maserati degli anni 2000.
Presentata al Salone di Ginevra di quell'anno la vettura ha subito diviso gli appassionati: è semplicemente un esercizio di stile o l'anticipazione di un nuovo modello?
Quali motivazioni hanno portato il designer del secolo, Giorgio Giugiaro, a creare una vettura così inconsueta per il segmento di appartenenza e, soprattutto per Maserati? Maserati_Buran
Le vetture, fino ad allora, potevano essere facilmente suddivise e classificate in segmenti di mercato ben definiti in base, ad esempio, al tipo di carrozzeria, alle dimensioni, alla cilindrata, alle prestazioni, alla configurazione meccaniche.
Oggi, una nuova vettura attinge caratteristiche tecniche, estetiche ed accessori dai modelli di segmento differenti unendo per di più concetti di utilizzo diversi rispetto a quelli tipici di quella tipologia di vettura. Ecco dunque grandi berline e station wagon velocissime, veicoli fuori strada eleganti e ben rifiniti, auto di segmento elevato dalle forme inconsuete.
Il segmento dell'auto di prestigio è stato fino ad allora considerato quasi intoccabile. L'auto di prestigio, rivolgendosi ad una clientela molto tradizionalista, doveva seguire necessariamente canoni estetici e tecnici molto rigidi e l'auto che tentava di modificarli od abbandonarli era destinata, puntualmente, all'insuccesso. 

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Il 14 dicembre la gestione De Tomaso, in occasione di quella che si riteneva la data di fondazione delle Officine Maserati, era solita presentare i nuovi modelli. Maserati ChubascoNel 1990, assieme alla Shamal e alla Racing, venne  esposta la maquette della” Chubasco” che sarebbe dovuta diventare realtà due anni dopo e diventare la più evoluta e innovativa delle sportive del Tridente. 
Marcello Gandini, già famoso per aver disegnato altre sportive estreme, viene incaricato di studiare la fattibilità di una vettura dalle prestazioni elevatissime.
La soluzione ideata fu quella di creare separatamente telaio e carrozzeria, unendo poi la cellula superiore con la meccanica tramite supporti oscillanti isolando gli occupanti dalle vibrazioni della meccanica e dalle sconnessioni stradali, diminuendone anche i rumori.
Portiere a cerniera singola permettevano un’apertura verso l’alto in avanti, con i finestrini creati per massimizzare la visibilità laterale, generalmente scarsa nelle vetture con motore posteriore centrale. Il tetto dell’abitacolo poteva scorrere all’indietro in modo da rendere la vettura coupé o “targa”.
L’aerodinamica era a dir poco rivoluzionaria: il team tecnico sviluppò alcune prese d’aria pensate per migliorare i flussi aerodinamici della vettura e per raffreddare i componenti critici dell’auto donandole nel contempo una maggiore tenuta di strada.

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Nel 1974 la Italdesign propone la sua visione per una berlina di alta rappresentanza.
Ancora una volta Giorgio Giugiaro vuole stravolgere i canoni stilistici per le vetture destinate a questa finalità e adotta una linea a due volumi.
L'intento è quello di affiancare grande lusso, prestigio, prestazioni e praticità tanto che la vettura è dotata di portellone posteriore.
La denominazione "Medici" questa volta non richiama il nome di un vento ma quello della famiglia fiorentina che seppe conquistarsi fama e prestigio grazie all'abilità negli affari, al gusto per il bello, per la cultura e le arti.
La filosofia della vettura è sintetizzata nel nome, la raffinatezza è espressa con forme semplice ed equilibrate.

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La Maserati Coupé 124, stata progettata dalla Italdesign di Giorgetto Giugiaro e presentata al Salone di Torino nel novembre del 1973. Maserati_coupe_124
La vettura è stata ideata come sostituta della Maserati Indy ed è stata costruita sulla base del telaio e della meccanica della Indy stessa.
Rispetto ad essa il passo viene modificato mentre il motore anteriore longitudinale 8V di 4900 cc da 320 cv rimane immutato.
Si tratta di un coupé sportivo a cui stranamente non viene attribuito una specifica denominazione tante che viene chiamata ancor più genericamente coupé 2+2.
Si ritrovano, più attenuate, le linee tese e spigolose proposte in forma estrema sulla Boomerang.
Il frontale è molto basso e sfuggente mentre la vista laterale evidenzia la stretta feritoia per lo sfogo dell’aria calda dal vano motore e l’ampia superficie vetrata.
Anche questa vettura fa parte della collezione del museo Panini.